titolo:
San Rocco
autore:
Domenico Gare
datazione:
1525 circa
Materia e tecnica:
Legno scolpito e dipinto
provenienza:
dalla Chiesa delle lacrime, Carrara
L’artista
Domenico Gare era uno scultore attivo a Carrara e nei territori limitrofi, conosciuto come il franzosino, un appellativo che ne indica l’origine: egli infatti era nato nella Haute-Marne ed era giunto in Italia al seguito del padre Didier, fonditore di campane fra Carrara e la Versilia. Nel 1520 Domenico Gare era attivo presso la bottega carrarese di Bartolomé Ordoñez, celebre scultore di marmi, e lavorò in territorio apuano negli anni Trenta del Cinquecento: probabilmente a seguito di una serie di epidemie e calamità avvenute in quel periodo, all’artista fu chiesto di realizzare (sia in legno che in marmo) varie immagini raffiguranti san Rocco. A quel gruppo di opere si può ricondurre anche la statuetta oggi conservata nel Museo diocesano di Massa e rivenuta nella Chiesa delle Lacrime di Carrara.
L’opera
Si tratta di una scultura in legno policromo composta da più blocchi incollati e fisati con chiodi e cavicchi in legno; alcuni elementi poi sono frutto di aggiunte successive in cera (il basamento, il braccio destro dell’angelo, alcune dita del santo e i lembi anteriori del mantello). Le immagini di san Rocco, santo invocato contro le pestilenze e le epidemie, sono numerose in territorio apuano, ma la statua carrarese mostra un’iconografia poco diffusa nella zona. Il santo indossa gli abiti del pellegrino ed è accompagnato, oltre che dal consueto cane con il pane in bocca, da un angelo. Questo particolare, accanto ad alcune evidenti corrispondenze di stile, permette di ricondurre la scultura a Domenico Gare. La stessa impostazione formale e gli stessi elementi iconografici sono presenti, infatti: in due bassorilievi marmorei conservati in due chiese non lontane da Carrara (San Pietro a Montemarcello e la chiesa di Santa Maria a San Terenzo mare); in un San Rocco ligneo conservato nella chiesa di Trebiano, opera certa di Domenico Gare; e, ancor più, in una statua di San Rocco conservata nell’omonimo oratorio di Arcola.
La storia
La statua esposta al Museo diocesano apparteneva in origine alla prestigiosa Confraternita di San Rocco, oggi estinta, che aveva a Carrara due oratori: il più antico in viale Potrignano, l’info_opera in Piazza Alberica. Questo, detto Oratorio di San Rocchino, oggi non esiste più poiché venne inglobato alla fine del Settecento nell’ampliamento di palazzo Del Medico. La statua costituisce una delle poche testimonianze rimaste dell’attività della Confraternita e probabilmente si trovava in San Rocchino almeno dall’inizio del secolo XVIII, così come hanno rivelato alcune carte rinvenute nel recente restauro.
Curiosità
Il restauro, ad opera di Michele Paoletti e Cinzia Berti, finanziato da Soroptimist Club Apuania, ha consentito di portare alla luce la qualità originale della statua e alcuni particolari inizialmente poco visibili: quali il manto maculato del cane, la croce di Malta sul petto del santo, la fibbia dorata delle calzature. Le indagini chimiche e stratigrafiche hanno inoltre evidenziato l’uso di colori pregiati: il verde di malachite, il rosso cinabro, l’oro, che danno all’opera ulteriore preziosità. Si è scoperto, anche, che la porzione superiore della figura era stata ampiamente compromessa dai tarli e restaurata, probabilmente già nel Settecento, con delle parti in cera. Di esse si ricorda in particolare la vicenda del capo del Santo: fu irrobustito con fogli di carta ed esternamente tamponato in cera, per ricrearne la forma stondata. Fra le carte rinvenute, anche una lettera indirizzata a Francesco Del Medico, datata 1709: questa lascia supporre che il rifacimento della testa sia stato eseguito intorno al primo quarto del Settecento, e conferma inoltre che l’opera in quegli anni era collocata nell’Oratorio di San Rocchino, vicino al palazzo della famiglia Del Medico, così come si ricava anche dai documenti di fine Settecento.
Galleria
Per i più piccoli
Chi sarà mai l’uomo che si regge con tanta fatica al suo bastone? È san Rocco!
Rocco era solo un ragazzo quando, più di seicento anni fa, decise di lasciare la sua casa in Francia per mettersi in pellegrinaggio, cioè in cammino verso la città di Roma, dove avrebbe visitato la tomba di san Pietro.
Nel suo viaggio molto lungo e faticoso Rocco attraversò campi, boschi, monti… fra le poche cose che portava con sé c’era un corto mantello, necessario per proteggersi dal vento e dalla pioggia.
Questo tipo di indumento impermeabile, ancora oggi usato dai pellegrini, ha preso il nome di sanrocchino!