La seconda parte delle vite di Plutarco
Nuovamente da M. Lodovico Dominichi tradotte. Con due tavole, l’una delle cose notabili, e l’altra di diuersi nomi antichi e moderni di paesi, città, mari, promontori, venti, fiumi, monti, e luoghi, che in tutta l’opera si contengono.
Con la dichiarazione de i pesi e delle monete, che si usauano da gli antichi
In Vinegia, appresso Gabriel Giolito de’ Ferrari, 1560
La versione “light” della marca tipografica chiude il volume in luogo del colophon, ovvero della formula ultima dei primi volumi a stampa che inizialmente sostituiva il frontespizio, indicando generalmente, il nome dello stampatore, il luogo e la data di stampa e, spesso, altre notizie inerenti alla pubblicazione del libro.
Tramite l’ennesima variante della fenice e il motto Semper eadem, la marca chiude con grande eleganza e impatto promozionale l’opera.
La nota di possesso sul frontespizio è quella di mons. Francesco Maria Zoppi, il primo vescovo della Diocesi di Massa, nata nel 1822 dallo smembramento della Diocesi di Luni-Sarzana. Fu mons. Zoppi a istituire il Seminario Vescovile e con esso la Biblioteca del Seminario, oggi Biblioteca Diocesana dei Santi Ambrogio e Carlo. Gran parte del prestigio del ricco fondo antico è dovuto proprio alla sua raccolta personale, oltre mille volumi editi dal XVI al XIX secolo.
Ti sembra un’aquila o un altro uccello predatore? La verità è che nessuno lo sa cosa sia la Fenice, ma tutti ne hanno sempre parlato, a Oriente e a Occidente, fin dai tempi più antichi. Un incredibile animale mitologico che, dicono, ogni 500 anni prepara un nido con spezie ed erbe aromatiche, poi muore bruciando (vedi il fuoco?) sbattendo le ali e cantando a gran voce verso il sole (lassù, che esce dalla miniatura!). Quando però il fuoco si spegne, la Fenice, come per magia, rinasce, forte e bella come prima. Ecco perché per tutti i popoli è simbolo di risurrezione ed eternità, ed anche per lo stampatore Gabriele Giolito de Ferrari, che ha usato la Fenice come simbolo sui suoi libri e avrebbe voluto essere immortale come lei. Ma forse un po’ ci è riuscito!!!
(Immagine: dal Bestiario di Aberdeen, MS 24, Biblioteca dell’Università di Aberdeen, Scozia)
Brian Richardson, Stampatori, autori e lettori nell’Italia del Rinascimento, Milano, Sylvestre Bonnard, 2004
I dintorni del testo approcci alle periferie del libro atti del Convegno internazionale A cura di Marco Santoro, Maria Gioia Tavoni, Roma Edizioni dell’Ateneo, 2005
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